#18

Unnatural evolution

part 2

 

di Sergio Gambitt

 

I personaggi:


 

Tempesta, controllo degli elementi atmosferici.

Cable, telepate e telecineta di alto livello.

Rogue, invulnerabile rubapoteri.

Alfiere, assorbe e riutilizza ogni tipo di energia.

Shadowcat, può rendersi intangibile.

Forge, mente superanalitica e genio inventivo.

Davy Jones, controllo della gravità.


 

Sergeant Prime, invulnerabilità, superforza e capacità di volo.

Speed, supervelocità.

Darkness, affinità con le ombre.

Princess, capacità di volo.

The Cube, crea cubi di energia verde con la sola forza di volontà.

Endless, si adatta a qualsiasi ambiente.

Venus-as-a-boy, controllo telepatico.

Net, braccio destro di Stephen Reynolds e sua rete informatica.

Stephen Reynolds, ricco industriale mutante dai poteri non ancora specificati.

 

 

 

 

Montagne Rocciose, Montana.

 

“Speed e Sergeant Prime.” si presenta l’uomo in costume arancio e viola simile ad una tuta militare “E temo che non possiamo permettervi di fare un altro passo.”

Tempesta lo scruta in silenzio, per un istante, Davy Jones dietro di lei che ancora si chiede che fine abbia fatto Shadowcat dal momento in cui è sprofondata nel pavimento, poi:

“Supervelocità e capacità di volo…” dice Tempesta senza tradire alcuna emozione “…ma nessun potere di controllo energetico, apparentemente.” ed alzando il pugno materializza una potente scarica elettrica che riversa improvvisamente sui due. Speed si sposta altrettanto velocemente e scompare di lato, mentre Sergeant Prime viene preso in pieno e scaraventato alla fine della stanza.

“Davy, pensa leggero per un raggio di due metri attorno a te.” ordina Tempesta senza perdere d’occhio la sagoma iperveloce di Speed che sta virando velocemente verso di loro.

“Ma io non…”

“Fallo!”

Davy chiude gli occhi e comincia a sforzarsi per controllare i propri poteri gravitazionali, fino a dilatarli in una sfera a gravità ridotta che lo circonda completamente. Nello stesso tempo Speed li raggiunge e, vedendo la pericolosa rete elettrica che Tempesta ha eretto attorno a sé si dirige a gran velocità verso Davy. Una volta in prossimità del ragazzo però entra nell’area a gravità ridotta ed i suoi piedi si staccano dal pavimento, dirottandola verso l’alto. Nello stesso momento Tempesta si volta verso di lei e le scaglia contro un’altra raffica elettrica, che stavolta la prende in pieno.

Speed raggiunge Sergeant Prime sul fondo della sala.

 

Foglie, rametti spezzati, piccoli sassi, tutto questo gli sferza il viso mentre viene spinto sempre più avanti nella fitta foresta. L’attacco dell’avversario è stato così veloce che Cable non ha fatto nemmeno in tempo a vedere chi fosse, e la sorpresa è stata così grande che fino a questo momento non ha saputo fare altro che lasciarsi usare da quell’aggressore sconosciuto come scudo umano contro gli alberi. Ma adesso che ha ripreso il controllo dei propri pensieri li raccoglie tutti in un unico proiettile psichico e lo scaglia violentemente dentro la mente dell’uomo che lo ha attaccato.

Un grido che di umano ha poco fa scappare tutti gli uccelli appollaiati negli alberi circostanti, mentre la pressione delle sue braccia abbandona il petto di Cable, che per prima cosa si allontana e si rimette in piedi aiutandosi con la Psymitar.

“Uaaargh!!” urla di nuovo l’aggressore scagliandosi su di lui, ed è grazie ad i suoi anni di addestramento Askani che Cable, riesce ad usare la Psymitar per deviare il suo attacco contro lo spesso tronco di un abete. Incredibile, pensa mentre crea uno scudo telecinetico attorno al proprio corpo, gli ho riversato nella mente la summa dei miei poteri psichici e gli ha fatto effetto solo per qualche secondo. L’avversario non è altrettanto strategico. Se il secondo prima si trovava a terra davanti il grosso abete adesso è di nuovo in piedi, pronto ad attaccare di nuovo. Un raggio lunare lo illumina per un attimo, e Cable vede un uomo dalla pelle azzurra in un costume blu che gli lascia scoperti braccia e piedi. Le sue dita terminano con artigli adunchi, e sul volto si allarga un ringhio rabbioso e pronto ad esplodere in una spietata furia assassina. Ma non è verso Cable che si muove. Anzi, si volta indietro e scala l’albero che ha alle spalle, per poi sparire nel folto della sua chioma.

Cable rimane solo nella foresta, non un rumore attorno a lui.

È una trappola, lo sa, ed è per questo che chiude gli occhi ed espande la mente. Una sottile trama telecinetica va ad accarezzare ogni cosa nel raggio di una trentina di metri, non c’è insetto che si muova senza che Cable non lo sappia. Nello stesso tempo, una sottile sonda telepatica si insinua in ogni essere pensante dei dintorni, scavando sempre più in profondità fino a sussurrare il nome…

*Endless.* ed immediatamente dopo questo si lancia giù da un albero ad artigli e fauci protese. Cable apre gli occhi, e quindi con un unico movimento si volta verso di lui e rilascia una potente scarica telecinetica dalla propria Psymitar. Una luce gialla investe Endless con una potenza inaudita neutralizzando il suo attacco, ma quando Cable va a vedere il punto in cui dovrebbe trovarsi, non trova altro che foglie e rametti spezzati.

 

L’aria fredda del Montana sferza il luccicante rivestimento dell’armatura di Forge mentre precipita al suolo, ma la sua mente non vi presta attenzione. Le sue cellule cerebrali potenziate stanno analizzando ogni possibile soluzione per interrompere la caduta senza schiantarsi al suolo. Alla fine, la scelta è fatta. Con i retrorazzi distrutti da Princess, punta i palmi delle mani dietro di sé, e fa fuoco a massima potenza con i proiettori energetici che vi ha installato. L’improvvisa fuoriuscita di energia lo sbalza in avanti di circa mezzo metro, abbastanza per potersi aggrappare alla cima di un abete lungo il quale comincia a scivolare, le imbottiture del costume a proteggerlo dai rami aguzzi. Arrivato a circa una decina di metri dal suolo dalle punte dei suoi stivali escono degli stiletti appuntiti che si conficcano nel tronco, rallentando ulteriormente la sua discesa che si interrompe a circa tre metri dal suolo, quando Forge salta all’indietro per atterrare a piè pari in prossimità di un cespuglio. Ma non si ferma lì. Il radar della sua armatura sta segnalando un corpo in volo veloce verso di lui che sta facendo slalom tra i tronchi degli alberi; Forge si alza immediatamente e comincia a scappare nella direzione opposta.

“Vieni qui e combatti da uomo, se ci riesci!” lo sfida Princess continuando a tenergli dietro.

Forge non le risponde. Le sue mani vanno ad afferrare un paio di oggetti dai compartimenti laterali dell’armatura, e veloce come un fulmine ne piazza uno sul tronco di un albero, ed un altro su un ramo ad un paio di metri di distanza. Quindi imbocca il percorso al centro dei due alberi. Princess intanto sta avanzando più velocemente, le distanze tra i due si fanno sempre più esigue, finché una linea azzurra non si materializza nell’aria proprio attraverso il suo corpo e lei non cade a terra fumante. Notando con la coda dell’occhio i due proiettori energetici piazzati sugli alberi, Princess comincia a maledirsi per la propria leggerezza, quando un leggero clic ed una sensazione di freddo alla nuca la riporta bruscamente alla razionalità.

Le dita inguainate nella lucida armatura bianca a reggere la pistola che le sta puntando alla testa, la voce atona proveniente da dietro la maschera, Forge dice:

“Comincia a parlare.”

 

In aria, Rogue sta tastando le pareti del cubo verde di energia che la imprigiona, cercandone un punto debole.

“Allora non hai capito, tesoro,” le dice l’uomo in un costume verde che, in piedi su un cubo simile a quello che la circonda, si è presentato con il nome di The Cube “è la mia volontà a crearli, non hai speranza di infrangerlo.”

“Sì?” Rogue porta indietro il braccio fin quando il cubo glielo permette, quindi lo lancia in avanti contro la parete di fronte a lei.

SBAM!

“Devi essere molto testarda, piccola.”

SBAM!

“Non buttar via inutilmente le tue ultime forze.”

SBAM!

“Stai… stai sprecando il tuo tempo.”

“Ti deve piacere molto il suono della tua voce, eh?”

“Cosa?”

SBAM!”

“Questo… questo è stato scorretto.”

“È un gioco di volontà, no?”

SBAM!

“Io non credo di averne una più debole della tua, e tu?”

SBAM!

“T-ti… ti avverto…”

SBAM!

“Oh sì, mi piace quando gli uomini mi minacciano…”

SBAM!

“S-smettila subito…”

SBAM!

“E perché? Manca ancora poco.”

SBAM!

“B-basta!”

SBAM!

“Ancora un altro.”

SBAM!

“BASTA!!!!!”

SCRASH!!!

 

Il buio da ogni lato, Kitty Pride ha gli occhi spalancati ma non sente niente. Gli altri sensi invece la stanno avvertendo della stretta attorno alle gambe di qualcuno che la sta facendo sprofondare sempre di più in quel luogo di tenebre dense come petrolio e fredde come ghiaccio. Kitty si dibatte, tenta di divincolarsi, di nuotare verso l’alto, ma la presa è troppo forte. Quindi cambia strategia. Flettendo i muscoli piega l’addome e si tuffa verso il basso, diventando intangibile. Il suo corpo passa attraverso quello dell’aggressore, e come aveva previsto la sua sorpresa è sufficiente per abbandonare la stretta. L’effetto collaterale è che per un istante le loro menti si fondono, ed un nome si stampa nella sua coscienza: Darkness. Kitty lo ignora, come ignora la fredda sensazione che le trasmette, e compie un paio di bracciate verso il basso, per poi piegarsi e cominciare la risalita in quel buio totale. Le sue pupille scrutano sempre più intensamente, ma più guarda in su più non riesce a scorgerne la superficie. Come non riesce a scorgere nient’altro, del resto.

Nuotando alla cieca, alla fine i suoi occhi cominciano ad abituarsi a quell’oscurità così profonda, che inizia a modellarsi in sagome definite. Piano piano, davanti a lei compare il corpo imponente di una donna formata anch’essa di tenebre, che siede in mezzo a quel regno oscuro in meditazione, come se ne fosse la regina caduta in disgrazia. Poco a poco i suoi occhi si aprono, rivelando il rosso scarlatto che vi si trova all’interno, e si fissano su Kitty.

“Ma tu…” fa per dire Shadowcat, quando una improvvisa luce rossa la investe completamente. L’attimo dopo Kitty si trova scorporata all’interno del pavimento della base di Stephen Reynolds, e la mancanza d’aria la investe prepotentemente. Nuotando attraverso il cemento, alla fine il suo volto riaffiora sul pavimento.

“Aaaaahhhh!!” esclama Kitty inspirando a pieni polmoni, e poi, aiutandosi con un braccio ad uscire fuori dal pavimento, contatta gli altri attraverso il ponte telepatico di Cable.

*A tutti voi là fuori, siamo stati attaccati da altri mutanti!*

*Lo so Kitty.* è la risposta di Cable *Anche noi qua fuori abbiamo avuto il nostro da fare. C’è qualcun altro collegato?*

*Io, Nathan,* interviene Forge *ho catturato il mio aggressore e sto tornando nella nostra radura.*

*Bene, ragazzi, cercate di raggiungerci il prima possibile, io vado a cercare Tempesta e Davy.*

*D’accordo, Kitty, ci rivediamo là dentro. Hai scoperto niente dal tuo prigioniero, Forge?*

*Solo che… oooff!!* un raggio improvviso colpisce l’albero accanto a lui. Forge reagisce immediatamente buttandosi di lato assieme a Princess, la sua prigioniera. Subito dopo un’altra serie di raggi lo bersaglia, tutti evitati all’ultimo secondo. Una sagoma compare tra gli alberi, alza i pugni e spara altri due raggi, prima di rivelarsi essere… Alfiere!

“Così grand’uomo, non lasciargli il tempo di riprendere il fiato!” lo sta incitando dietro di lui il ragazzo presentatosi come Venus-as-a-boy, che al momento sta controllando l’X Man.

Nuovi raggi di energia prorompono dai pugni di Alfiere. Forge si vede costretto ad abbandonare Princess e a darsi alla fuga, ma l’altro X Man è molto meglio addestrato per situazioni del genere, e presto un raggio colpisce le gambe di Forge con sufficiente forza a farlo cadere. Alfiere e Venus-as-a-boy sono su di lui:

“Avanti tesoro… solo un altro colpo.”

Alfiere punta le mani contro Forge, e quindi le devia verso Venus-as-a-boy subito prima di sparare. Un raggio lo atterra, ma è la sorpresa quella che gli fa esclamare:

“Ma che?!”

“Assorbo energia, è il mio potere. Qualsiasi tipo di energia. Anche quella telepatica.” dice Alfiere tenendolo sotto mira “Ed ora ti consiglierei di evitare qualsiasi contrattacco, se non vuoi finire peggio.”

“Tu potrai aver vinto il mio controllo…” sibila lui puntando lo sguardo verso Forge “…ma non sei l’unico nei dintorni che posso fare mio!”

“Chissà perché ma c’è qualcosa che non mi torna!” esclama una voce sopra le proprie teste, subito prima che il pesante corpo di The Cube cada sopra Venus-as-a-boy “Ma lasciamo le discussioni a dopo!” conclude Rogue atterrando nella radura.

“Io te lo avevo detto…” commenta Alfiere guardando il ragazzo, per poi sentire un fruscio dietro di sé e voltarsi prontamente in quella direzione a pugni protesi.

“Riposo, soldato.” lo rassicura Cable “Sono io.”

“Il grande capo è tornato…” dice Rogue “Allora… noi ne abbiamo presi due, e voi?”

Forge si rialza risistemandosi il gambale dell’armatura:

“Io ne avevo catturata un’altra, ma è scappata durante l’attacco di Alfiere.”

“Anche il mio è scappato… saranno qua attorno da qualche parte.” conclude Cable, e fa un cenno a Forge. Questo annuisce ed estrae il computer olografico installato nella pancera dell’armatura. Immediatamente compaiono due puntini luminosi sul radar, diretti velocemente contro di loro da due direzioni diverse. Istruzioni telepatiche vengono scaricate nelle menti di ognuno, quindi un fruscio segnala l’arrivo di Endless sulla sua destra. Una rete di destabilizzazione psichica lo investe, confondendolo quel tanto che basta da non lasciargli evitare il pugno di Rogue che gli fa cambiare improvvisamente direzione. Contemporaneamente Princess irrompe dall’altro lato, ma viene subito bersagliata dai raggi di Alfiere, che la distraggono pilotandola in maniera tale da farle raggiungere la traiettoria di Endless. L’impatto in aria tra i due è il risultato di un piano brillante eseguito alla perfezione, e la rete geno-inibitrice con cui Forge li intrappola ne è la degna conclusione.

“Bel lavoro, gente.” dice Cable voltandosi in direzione della base di Reynolds “Ed ora andiamo a recuperare gli altri.”

 

In un elicottero in volo sopra le Montagne Rocciose.

 

Stephen Reynolds è seduto, sta guardando i boschi sotto di lui con aria pensosa, finché non si scuote e non si volta verso Net, seduto accanto a lui.

“Allora, novità?”

Gli occhi di Net, completamente neri tranne per dei numeri verdi che vi scorrono su in senso verticale, rimangono fissi nel vuoto. Del suo viso si muove solo la bocca:

“Princess, Endless, The Cube e Venus-as-a-boy sono stati catturati, signore, mentre Speed e Sergeant Prime sono stati ridotti all’incoscienza. Di Darkness nessuna traccia, ma non posso collegarmi ai sensori installati su di lui mentre utilizza il suo potere.”

“Certo… li ho mandati a combattere contro dei soldati. A parte un paio di loro nessuno ha l’addestramento necessario per combattere dei mutanti che non hanno fatto altro che lottare per tutta la vita.”

“Un momento.”

“Cosa…?”

“Sergeant Prime e Speed.”

“Sì?”

“Hanno ripreso conoscenza.”

 

Nella base industriale di Reynolds.

 

“È quella la centrale operativa della macchina mutagena di Reynolds?” la voce di Tempesta è secca ed atona.

“Sì.” risponde Davy, un po’ intimidito di fronte alla donna.

“Non per molto.” risponde Tempesta allargando le braccia, mentre energia elettrica comincia a scorrere tra le sue dita. L’attimo dopo Davy ha solo il tempo di notare una scia violacea nella stanza, prima che Speed si scaraventi su Tempesta. Lei cade per terra, ma subito l’energia che stava chiamando a raccolta per distruggere la centrale operativa si riversa sulla donna. Un flash abbagliante copre ogni cosa per un istante, quindi Speed viene catapultata fuori attraverso un lucernaio. Immediatamente dopo però Sergeant Prime piomba su Tempesta e le blocca le braccia da dietro con una ferrea presa da wrestling.

“Non controllo l’energia…” le dice in un orecchio “…ma non resto mai a terra a lungo.”

“Lasciala stare!!”

Delle piccole mani afferrano le imponenti spalle di Sergeant Prime e, come se non pesasse niente, lo alzano dal suolo facendogli perdere la presa su Tempesta. Davy alza Sergeant Prime sopra la propria testa, facilitato dal proprio potere che ne sta annullando il peso, quindi lo scaraventa in avanti aggiungendo diverse centinaia di chili al suo già notevole peso corporeo. Il risultato è un impatto che riduce il pavimento in crepe concentriche, e che fa tremare l’intera stanza. Poco oltre Davy, Tempesta si sta rialzando, e nel sentire la gigantesca scossa si volta verso i due. Nei suoi occhi circondati da violente scariche elettriche, l’intenso fuoco della vendetta.

 

Nei boschi attorno alla base.

 

Princess sente i propri poteri annullati dall’azione della rete speciale con cui Forge li ha intrappolati, ma le sue abilità non si riducono ad un semplice utilizzo dei propri poteri. Manovrando a stento tra le strette maglie della rete, le sue dita raggiungono gli stivali di pelle di foggia indiana che indossa, da cui estraggono uno stiletto.

Lentamente, le sue dita cominciano a segare la rete.

 

Poco fuori la base di Reynolds.

 

Un colpo di energia colpisce la rete che recinta i capannoni, e senza troppe cerimonie Cable, Forge e Alfiere penetrano all’interno.

*Sei lì, Kitty?* dice il primo in collegamento telepatico con la ragazza.

*Credo di essermi persa nei corridoi di sto posto. Qua sotto è un labirinto!*

*Ti sento vicina, ragazza. Segui la mia voce. Segui la mia voce e…*

Sorgi!

Shadowcat emerge dal pavimento come se fosse appena venuta a galla in un oceano. Forge fa per andare ad aiutarla, ma qualcosa lo blocca. Una visione che compare dietro Kitty, un essere grande e scuro come la morte, che in un batter d’occhio la sovrasta.

“Sta succedendo quello che penso io…?” chiede lei avvertendo l’ombra che cresce sopra di lei, ma l’unica reazione degli altri è quella di Cable, che le grida nella mente:

*Scompari, ora!*

Kitty si rende immediatamente intangibile, ed una scarica psichica dalla Psymitar di Cable la attraversa per andare a colpire il suo aggressore, che preso di sprovvista viene scagliato a diversi metri di distanza. Sul pavimento, ora c’è un uomo in un costume nero che ricorda un po’ la tonaca di un prete, dotato di un ampio mantello nero con cui coprirsi interamente. Alfiere lo raggiunge immediatamente e gli punta la propria arma contro.

“Chi?” chiede solo.

“Credo si chiami Darkness…” risponde Kitty “Io ed il tipo ci siamo fatti un viaggetto nell’aldilà.”

“Mmm…” mormora Alfiere, quando un’esplosione li fa voltare tutti. Da uno dei capannoni, un corpo sfonda il muro e precipita sul pavimento di cemento, nel quale scava una bella scia. Dal buco nel muro esce una Tempesta furiosa come non mai, dietro la quale fa capolino Davy. Il suo sguardo è così pieno di vendetta che non riesce a scorgere la freccia silenziosa che la sta raggiungendo velocemente, ma per sua fortuna è un’altra mano ad afferrarla prima che la colpisca.

“Eh no, questo è scorretto. Finché ci prendete a botte e ci rinchiudete in cubi di energia posso anche capire, ma colpire a tradimento così non va bene!”

Rogue è in aria, le sue dita stanno spezzando la freccia scoccata da Princess, ai bordi della recinzione, dietro la quale si trovano Endless, The Cube e Venus-as-a-boy. Prima che chiunque possa fare qualsiasi cosa un lampo violaceo raggiunge Darkness e Sergeant Prime, i quali scompaiono dal loro posto per ritrovarsi assieme ai loro compagni di squadra.

Gli X Men rivolgono lo sguardo verso i mutanti di Reynolds, che a loro volta ricambiano con altrettanta fierezza.

“Uh oh…” riesce solo a dire Davy, prima che i due gruppi si lancino in battaglia.

 

La lotta ricomincia.

 

Arrivano da ogni lato, ma non li colgono impreparati. Rogue è la testa di ponte. Sfruttando la propria invulnerabilità si lancia a testa bassa nelle linee nemiche, colpisce e vola immediatamente via diretta verso un altro bersaglio. Alfiere e Cable sono spalla contro spalla, il primo ad assorbire le raffiche energetiche con le quali Speed li sta bersagliando da ogni angolazione, il secondo a ribattere colpo su colpo. Tempesta invece è immobile nell’aria, il suo controllo atmosferico così affinato da permetterle contemporaneamente di usare i venti per tenerla ferma e di bersagliare il campo di battaglia in ogni punto con i suoi fulmini. Forge è sotto di lei, a guardarle le spalle impedendo a chiunque di avvicinarsi, mentre Davy ha appena scoperto di poter erigere la propria ‘zona a gravità zero’ anche a diversi metri di lontananza. Kitty si sta confrontando con un corpo-a-corpo con Endless quando l’ordine le giunge nella testa:

*Shadowcat!* urla Cable nel link telepatico che lega tutti gli X-Men *Prendi il ragazzo ed andate a disattivare quella macchina!*

“Agli ordini, capo!” esclama lei e rendendosi intangibile si tuffa dentro al corpo di Endless. Attraversatolo comincia a correre verso Davy mentre raggi vaganti le passano oltre senza sfiorarla, ed una volta raggiuntolo dice solo: “Prendi un bel respiro!” prima di afferrargli la mano e portarlo con sé all’interno dell’asfalto.

Ad accorgersi dell’azione dall’altro lato della barricata è Sergeant Prime, il quale fa un cenno ai suoi sottoposti e Darkness, Endless e Venus-as-a-boy scompaiono nell’ombra di un angolo.

“Vado con loro!” urla al di sopra dei rumori della battaglia Forge, per poi aprirsi una breccia nel capannone adiacente con un cannone da spalla e gettarsi all’interno. Nel momento in cui Cable si accorge della sua iniziativa Forge è già sparito dal campo di battaglia.

Questo lascia campo libero a The Cube, che riesce ad avvicinarsi abbastanza a Tempesta per intrappolarla in uno dei suoi cubi di energia verde. Prima che Ororo possa reagire in alcun modo il cubo inizia a rimpicciolire su di lei a velocità impressionante.

“Sta’ calma piccola… sarai svenuta prima che tu possa accorgertene.”

Tempesta si limita a girare la testa verso l’uomo, i suoi occhi bianchi ribollenti di energia elettrica, e l’istante dopo un fulmine sceso dal cielo attraversa il corpo del suo avversario scaraventandolo a terra.

Il cubo verde attorno a lei scompare, e Tempesta torna a dispensare fulmini contro gli avversari.

 

Dentro la situazione è altrettanto caotica. Le difese della base sono state attivate, e dove prima c’erano solo piastrelle bianche adesso compaiono diversi mitragliatori. Per loro fortuna, Shadowcat e Davy si trovano in forma incorporea mentre attraversano quell’inferno di proiettili che è divenuto il corridoio, finché non raggiungono la sala con la postazione di controllo della macchina in grado di trasformare gli umani in mutanti.

Materializzando solo per un istante il piede destro, Kitty si dà la spinta per saltare in alto e raggiungere la postazione, ma all’ultimo istante una mano nera fuoriesce dal pavimento e la afferra, per scaraventarla immediatamente giù. Sentendosi tornare improvvisamente tangibile, DavyJones attiva istintivamente le sue difese ed erige un campo repulsivo attorno a sé. Ognuno dei proiettili che lo stavano bersagliando viene rimandato con violenza al mittente, facendo esplodere con un boato tutti i mitragliatori presenti nella sala, piastrelle e pezzi di intonaco che cadono sul pavimento.

Davy si concede un attimo per respirare, ma non è finita qui.

Dal pavimento infatti, oltre a Darkness, fuoriescono Venus-as-a-boy ed Endless, il quale si scaglia immediatamente contro di lui. A metà strada però un corpo lo intercetta ed entrambi crollano ad alcuni metri dal ragazzo.

“Non così in fretta!” esclama Kitty mettendosi in posa da difesa. Gli occhi di Endless la fissano con rabbia animale, prima di attaccare. Ogni fendente come una lama, ogni pugno come un martello, Kitty non ricorda di aver assistito a tanta brutalità da quando si allenava con Wolverine, ma è proprio grazie a questo allenamento che ora riesce a parare colpo su colpo gli attacchi del proprio avversario. E’ solo difesa, però, e non può continuare a difendersi per sempre.

Quindi agisce.

All’ennesimo calcio di Endless materializza le braccia nel tentativo di afferrargli il piede, ma lui coglie l’occasione per piantargli un artiglio nel polso. Shadowcat si morde le labbra per non urlare, ma non si rende intangibile. Anzi, afferra la mano dell’avversario e si getta all’indietro, piantandogli i propri piedi nel petto in modo tale da scaraventarlo nella parte opposta della stanza.

Il muro crolla sotto la spinta del corpo di Endless, che viene seppellito da diverse centinaia di chili di cemento.

 

“Tu non vuoi combattermi, Davy, te lo leggo nella mente.” Venus-as-a-boy si sta avvicinando con lenti e studiati passi al ragazzo “Tu non ami la guerra, Davy, tu preferisci l’amore.”

“I-Io…”

“Io ti conosco, Davy, non sei fatto per tutto questo. Abbandonati alla pace. Abbandonati a me.”

“Non oggi.” la voce arriva dall’ingresso della stanza. Forge è lì, la sua armatura ammaccata e bruciata in più punti, a reggere con le mani il corpo tramortito di Darkness. Il suo intervento basta a far sì che Davy riacquisti il controllo delle proprie emozioni e reagisca.

“Allontanati!!” esclama, ed un’improvvisa ondata gravitazionale lo respinge con violenza verso il punto in cui si trova Forge. Venus però non si lascia cogliere impreparato, anzi fa una piroetta nell’aria ed atterra proprio davanti l’uomo in armatura.

“Se non potrò avere lui, allora prenderò te!” esclama fissandolo nelle fessure della sua maschera, per poi spalancare gli occhi ed esclamare “No! Non riesco a leggerti dentro! Non riesco…!”

“Si chiamano schermi telepatici.” dice Forge, subito prima di piazzare un pugno sul volto del ragazzo e tramortirlo.

“State tutti bene?” chiede Shadowcat voltandosi verso i suoi compagni, e le basta un attimo per assicurarsi che nessuno di loro sia stato ferito seriamente prima di avviarsi di nuovo verso la cabina di controllo.

Forge e Davy la raggiungono ai lati, mentre lei si siede davanti alla tastiera ed espira piano. Poi le sue dita cominciano a battere sulla tastiera.

 

Anche Rogue sta avendo i suoi problemi… nonostante la donna chiamata Princess non dimostri di avere la sua stessa forza ed invulnerabilità riesce comunque ad eguagliarla nel volo, e la sua agilità e le sue abilità da combattente la rendono un avversario temibile e pericoloso. I pugni di Rogue infatti, potenti ma privi di stile, non riescono nemmeno a colpirla, mentre a lei basta sfruttare la stessa forza di Rogue per scaraventarla contro il terreno. Lì si trova ad aspettarla Sergeant Prime, il quale le piazza un pugno nello stomaco prima ancora che lei possa toccare terra. Rogue vola verso un palo della luce, lo attraversa divellendolo dal terreno e ferma la sua corsa sul pavimento subito prima di distruggere una cabina elettrica. I due avversari non le lasciano nemmeno il tempo di riprendersi, ma si scagliano a tutta velocità contro di lei mentre ancora sta cercando di capire in quale direzione agisce la forza di gravità. Un attimo prima che i pugni di Sergeant Prime la prendano in pieno volto però lei spalanca gli occhi e, poggiandogli le mani sulle spalle, lo supera con un agile balzo. L’uomo va a distruggere la centralina elettrica e le sue urla si uniscono ad una forte puzza di bruciato, mentre Rogue si è già diretta verso Princess.

“Sai tesoro ci ho messo un po’ a capire la tua tecnica…” la sua mano evita un calcio dell’avversaria e la afferra per il collo del piede “…ma ho studiato con i migliori…” Rogue fa una giravolta su sé stessa finendo per lanciare Princess contro il pavimento sotto di sé “…ed imparo molto in fretta!”

Un solo secondo per assicurarsi che Princess sia tramortita, e Rogue torna nell’occhio della battaglia.

 

Sul campo di battaglia ora è rimasta solo Speed a fronteggiare Cable ed Alfiere, ma è come se si trattasse di un intero esercito. Grazie alla sua velocità, infatti, sta continuando a girare attorno ai due bersagliandoli nel frattempo con un fucile a raggi, ed a poco serve la capacità di assorbire e rilanciare l’energia di Alfiere se riesce solo a parare i suoi colpi ma non a rispondere al fuoco.

“Cable, c’è bisogno di una mano qui.” dice Alfiere mentre, le sue spalle contro quelle del compagno, lo protegge dalle raffiche di energia assorbendola all’interno delle proprie cellule mutate.

“Ci sto lavorando…” risponde Cable, e la sua mente si astrae. Dimentica Alfiere, dimentica la battaglia che si sta consumando attorno a lui, dimentica le urla e le esplosioni. Attorno a lui adesso solo Speed, la sua mente così veloce da sfuggire perfino ad un attacco telepatico, le sue mosse così rapide da permetterle di girare attorno a loro due volte e mezzo all’interno di un singolo secondo. La sua traiettoria però non muta mai, con un’approssimazione di qualche metro ad ogni intervallo di circa quattro decimi di secondo infatti Speed si trova nella stessa posizione, ed è su questo che si concentra la mente di Cable. Mezzo secondo ed è lì, mezzo secondo ed è lì, mezzo secondo ed è lì, mezzo secondo e…

“Nnnnnn!!!” urla lei quando la raffica psichica che Cable ha lanciato nel punto in cui prevedeva che si sarebbe trovata la sua mente la coglie in pieno. Speed sbanda, e la sua corsa adesso priva di controllo finisce contro un capannone poco lontano da lì.

Cable espira, e percepisce Alfiere fare lo stesso dietro di lui.

“Allora, ragazzi,” dice Rogue atterrando accanto a loro “sono già finiti?”

E’ Tempesta allora che se ne accorge. Prima, all’interno dei rumori della battaglia, nessuno ci aveva fatto particolarmente caso, ma adesso il rumore dell’elica che si sta avvicinando è perfettamente udibile. L’elicottero compare sopra di loro, le sue pale a diradare la nebbia innalzata da Tempesta, ed un corpo si lascia cadere da circa cinquanta metri di altezza.

Quando raggiunge il suolo non si piega nemmeno, l’impatto dei suoi piedi a disegnare lunghe e profonde crepe nel terreno. Veste un costume nero e verde, sormontato da un lungo impermeabile lucido degli stessi colori, e senza alcuna maschera a proteggerne l’identità.

Voltandosi verso gli X Men, quell’uomo dice:

“Mi conoscete come Stephen Reynolds, ma questo nome rappresenta solo l’identità che indosso per poter camminare tra gli umani.”

L’uomo fa una pausa, quindi, con sicurezza, continua:

“Il mio nome mutante è Earth X, e non sono qui per combattere.”

 

Continua…